TRAPANI, LA MOZIONE “ANTIFASCISTA” IN CONSIGLIO

13 Settembre 2018

La politica fa il suo ingresso al consiglio comunale di Trapani. Appuntamento oggi alle 18. L’aula dovrà affrontare due mozioni che hanno fatto già discutere e che faranno ancora discutere. Dovrà dire sì o no ad un atto d’indirizzo che pressuppone una dichiarazione di ripudio delle ideologie nazi-fasciste per ottenere l’autorizzazione comunale per occupare spazi pubblici. E dovrà dire sì o no ad una censura nei confronti delle “politiche eversive del Ministro Salvini”. Mozioni ad alto contenuto politico che hanno diviso e divideranno. Quella “antifascista” è stata presentata dalle consigliere del Movimento Cinquestelle Francesca Trapani e Chiara Cavallino. Mozione che ha già un precedente, con il via libera del consiglio comunale di Erice. Anche in questo caso l’iniziativa è stata grillina, con il consigliere Alessandro Barracco, primo firmatario. A Palazzo Cavarretta alle firme di Trapani e Cavallino si sono aggiunte quelle di Peppe Pellegrino, Dario Safina, Marzia Patti, Giulia Passalacqua, Anna Rita Bianco, Rocco Greco e Laura Genco. Mozione che ha registrato, fin dalle sue fasi ericine, la durissima reazione dell’ex deputato nazionale Michele Rallo e del sindaco di Custonaci Peppe Bica. I due esponenti della destra trapanese sono pronti ad un salto di qualità nello scontro politico ed hanno annunciato di essere pronti a denunciare i consiglieri che approveranno la mozione. Il loro riferimento è l’articolo 294 del codice penale: attentato ai diritti politici. La reazione del vicepresidente Dario Safina non lascia dubbi sul clima politico che si sta respirando da qualche giorno: “Non ci faremo intimidire”. Ma la mozione grillina affonda la sua lama tagliente nella maggioranza che sostiene l’amministrazione del sindaco Giacomo Tranchida. Il suo progetto civico ha fatto sintesi – sui problemi della città – tra diverse anime e culture politiche da destra a sinistra. Ma è uno schema che di fronte alle due mozioni – l’altra è stata presentata dalla consigliera Passalacqua, che ha voluto riprendere e proporre la censura al Ministro Salvini che ha causato non pochi guai alla consigliera marsalese Linda Licari, finita nel tritacarne mediatico dei social per avere messo in discussione le scelte politiche del titolare del Viminale – non regge. Rallo e Bica hanno sostenuto apertamente Tranchida ed ora sono contro una mozione che porterà l’amministrazione a doversi schierare. Ma in consiglio c’è anche un’altra parte del centrodestra che dovrà dire la sua. A cominciare dal capogruppo di “Amo Trapani” Peppe La Porta. E’ stato dirigente del MIR, movimento che puntava a rifondare il centrodestra, e nella sua attività sindacale c’è stato spazio anche per l’Ugl. Il presidente del consiglio e leader di “Amo Trapani” Peppe Guaiana è stato un dirigente e consigliere di Forza Italia e per il partito berlusconiano – poi le cose sono andate in altro modo – avrebbe dovuto partecipare al governo del Presidente Nello Musumeci. Il consigliere Peppe Peralta è stato anche lui forzista e sostenitore del progetto di Stefano Parisi. Anche lui avrebbe voluto rifondare il centrodestra. Anime di centodestra della coalizione civica di Tranchida sono i due consiglieri di “Trapani Tua” Alberto Mazzeo e Anna Garuccio che fanno parte integrante dell’Udc, partito rappresentato nella Giunta Musumeci dall’assessore Mimmo Turano. La Giunta regionale è di centrodestra ed è sostenuta anche dalla Lega di Salvini che la mozione Passalacqua intende censurare. Gli equilibri consiliari di maggioranza verranno dunque messi in gioco e sarà l’aula a dire se avranno la forza di reggere alle sollecitazioni della politica. Ormai, per saperlo, c’è da attendere soltanto qualche ora.

La nota della sezione provinciale dell’Associazione Partigiani d’Italia

Adesso basta! Basta con queste minacce di ricorrere alla magistratura. A chi credono di fare paura questi epigoni del fascismo che si sentono lesi nei loro diritti perché non potrebbero più esprimere il loro credo politico. Nella qualità di presidente provinciale dell’ANPI, anche se non votante in consiglio, ma come potenziale istigatore della volontà dei consiglieri mi dichiaro “colpevole”: mi denuncino.Intanto continuiamo a plaudire quei consigli comunali e quelle amministrazioni che in tutta Italia, non solo a Erice ( a proposito, sig.ra Sindaco quando tradurrà in delibera la volontà unanime del Consiglio Comunale?) hanno votato mozioni o delibere con le quali impegnano i richiedenti spazi pubblici ad allegare una dichiarazione di adesione ai principi costituzionali, di difesa dei valori costituzionali e di ripudio del fascismo e del nazismo. Siamo certi che anche il consiglio comunale di Trapani saprà dimostrare il suo attaccamento ai valori costituzionali. Chi minaccia querele fa una voluta confusione mischiando le acque, tentando di accusare gli avversari del fascismo  di propositi antilibertari e, per far questo, utilizzano strumentalmente l’art. 294. Nulla di più falso. La destra è ben presente nel Paese, in Parlamento, con partiti e movimenti e hanno tutti i diritti di  manifestare le loro  ideologie. Quello che NON possono fare, né loro né chiunque altro, è professare o fare propaganda di ideologie neofasciste o neonaziste. NON possono perché questo è un divieto sancito dalla Costituzione. Questi signori ricordino che l’Italia con la Resistenza si è liberata dal fascismo, ha restituito al Paese la democrazia dandogli una costituzione che, appunto, prevede il divieto di professare ideologie, quali quelle fasciste, contrarie ai principi sanciti dalla Costituzione. I minacciatori di querele vogliono dichiararsi appartenenti a quelle ideologie? Lo facciano pubblicamente, sarà l’ANPI a denunciarli alla magistratura. Infine, tra coloro che minacciano querele c’ è il Sindaco di un comune della Provincia di Trapani che al momento dell’insediamento ha giurato sulla Costituzione ( o no? sarebbe gravissimo). Il Sindaco non è un privato cittadino, rappresenta le istituzioni democratiche. È sicuro di stare al posto giusto?

Aldo Virzì

Presidente Provinciale Anpi

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