TRAPANI, CHIUSURA INDAGINI PER SALONE. L’ACCUSA E’ TRUFFA. L’EX CONSIGLIERE ESCE ALLO SCOPERTO

8 Agosto 2017

Gioca d’anticipo Francesco Salone e di fronte al rischio di una prossima strumentalizzazione politica della sua attuale posizione giudiziaria esce allo scoperto ed annuncia di essere sotto indagine. Quasi ad un passo dal rinvio a giudizio. “Nelle scorse settimane – si legge in una sua nota – ho ricevuto un «avviso della conclusione delle indagini preliminari e contestuale informazione di garanzia». La Procura della Repubblica di Trapani mi ha indagato per il reato di truffa ai danni del Comune di Trapani, ritenendo illeciti i rimborsi che l’ente ha erogato al mio datore di lavoro. Si tratta di un rapporto di lavoro che con ho instaurato ed esaurito con una impresa di San Vito Lo Capo nel corso del mio incarico politico, dal novembre 2012 al giugno del 2014”. Salone entra nel merito della sua attività professionale che viene messa in discussione dalla Magistratura: “Nello specifico mi sono occupato di un progetto di marketing e di fattibilità per l’avvio di un’attività turistica a San Vito Lo Capo.  L’indagine prende le mosse da un esposto anonimo nei confronti miei e di altri consiglieri comunali”. L’ex consigliere comunale e papabile candidato alle Regionali del prossimo 5 novembre spiega perché ha deciso di divulgare la notizia: “Dopo attenta riflessione ho deciso di darne comunicazione pubblica: in primo luogo per un fatto di lealtà nei confronti dei tanti elettori che mi hanno espresso la loro fiducia, da ultimo alle recenti elezioni amministrative, in secondo luogo perché la notizia non venga in futuro utilizzata strumentalmente contro di me”. Ed ancora: “Sono certo che se dovessi essere rinviato a giudizio, quando accadrà e se accadrà, potrò dimostrare, documenti alla mano, che le accuse nei miei confronti non sono fondate e la piena regolarità del rapporto di lavoro, chiuso per l’esaurimento del progetto che mi fu affidato”. Salone conclude con una punta di “veleno” sull’inchiesta sui rimborsi – evocata per anni durante la precedente attività consiliare – ed invita la Magistratura a fare chiarezza a tutto campo: “Auspico che la Magistratura esamini con attenzione la mia posizione e quella di altri consiglieri comunali, alcuni dei quali dipendenti, guarda caso, di parenti diretti quali mariti, mogli o madri. Taluni assunti strumentalmente il giorno successivo alla loro elezione  e licenziati, guarda caso, l’ultimo giorno da consigliere comunale”.

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