BIRGI, BILANCIO AIRGEST IN ROSSO. PERDITE ANCHE NEL 2016 PER OLTRE 2 MILIONI DI EURO

3 Agosto 2017

Perdita di esercizio di 2.438.931 euro. I soci dell’Airgest hanno approvato, in sessione ordinaria, il bilancio 2016 della società che gestisce l’aeroporto di Birgi. Una perdita contenuta rispetto a quelle degli anni passati che fa dire al vertice societario che è stata avviata una fase di rilancio dello scalo che porterà ad un equilibrio economico entro i prossimi 2 anni. Se, tuttavia, le scelte della Regione saranno confermate e se l’azione di co-marketing si concluderà con la ripartizione di 20 milioni di euro per 3 anni. I debiti complessivi della società ammontano a 15 milioni di euro. Nella Finanziaria regionale del 2017 è stata prevista una prima tranche di 5 milioni di euro per avviare la ricapitalizzazione della società. L’assemblea straordinaria dei soci, cominciata subito dopo la conclusione di quella ordinaria, che oltre al bilancio 2016 ha dato il via libera alla nomina di Daniela Virgilio nel consiglio d’amministrazione dell’Airgest, in quota alla Regione, ha proceduto all’esame del piano di risanamento e della proposta di ricapitalizzazione. Se ne riparlerà il prossimo 8 agosto. L’assemblea ha inoltre “congelato” le dimissioni del presidente Franco Giudice e del vicepresidente Paolo Angius. La nomina della Virgilio nasce dalle dimissioni della dirigente regionale Luciana Giammanco, che ha lasciato il Cda di Airgest lo scorso 29 maggio. Al 30 maggio 2017 il capitale di Airgest era  – e continua – ad essere ripartito tra la Regione con il 63% delle azioni per un valore di circa 4 milioni di euro, la Società Infrastrutture Sicilia, 28%, pari a 1.873.000 euro, Cesare Quercioli Dessena con il 6% e la Camera di Commercio con l’1,7%. Per il resto si tratta di azionisti dallo 0,1% ed in qualche caso anche meno. La ricapitalizzazione è dunque una questione che riguarda almeno i primi tre azionisti. La società – c’è scritto nel bilancio 2016 – ha fiducia nella Regione e nella prima tranche di 5 milioni di euro “a conferma del rinnovato impegno del socio di maggioranza ed a garanzia di una strategia regionale futura di gestione degli scali minori siciliani”. Impegno che porterebbe la Regione ad “elevarsi, quindi, a protagonista principale delle strategie di valorizzazione dello scalo, anche in funzione della già programmata dismissione della propria partecipazione prevista entro l’anno 2019 che, nelle intenzioni del socio, dovrebbe portare alla tanto auspicata creazione di un sistema aeroportuale della Sicilia Occidentale, se non regionale, sulla falsa riga di quanto già fatto da altre regioni italiane, nella speranza di creare un sistema integrato che consentirebbe l’avvio di politiche comuni di sviluppo di traffico e di più efficiente sfruttamento delle infrastrutture esistenti”. L’obiettivo finale, rimane, dunque, la privatizzazione degli scali siciliani. Ma finora è stata soltanto una dichiarazione d’intenti. Il bilancio dell’Airgest va, nel frattempo, ridefinito per poter essere “utile” alla causa della privatizzazione. Il suo capitale sociale non può essere inferiore a 7 milioni e 700 mila euro. Nell’assemblea straordinaria dei soci del 28 novembre 2016 è stato abbattuto, per ripianare le perdite pregresse, da 11.334.618,24 a 6.847.998,52 euro.

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