TRAPANI, L’AREA DELL’EX CANTIERE NAVALE AFFIDATA A “MARINEDI”

30 Maggio 2017

Quattro anni di carte, controcarte, ricorsi, esclusioni ed inclusioni. Alla fine l’area demaniale dell’ex Cantiere Navale (CNT) è stata affidata alla società “Marinedi srl”. Gruppo che realizza e gestisce porti turistici in giro per l’Italia. Il segretario provinciale della Cgil e della Fiom Filippo Cutrona pensa ai lavoratori dell’ex CNT: “Dopo quattro anni l’area demaniale del bacino di carenaggio è stata assegnata alla società romana Marinedì Srl, ma adesso è indispensabile che il progetto di ristrutturazione delle infrastrutture sia rapidamente esecutivo e si proceda all’assunzione degli ex lavoratori del Cnt, disoccupati dal 2011”. La novità c’è comunque e viene sottolineata dallo stesso Cutrona: “Dopo una lunga paralisi il Cantiere navale di Trapani sarà di nuovo operativo. Adesso spetterà alla Marinedì riprendere e rilanciare le attività di riparazione e costruzione delle unità navali, da sempre importanti realtà produttive e occupazionali del porto di Trapani”. All’area ex CNT c’è da aggiungere anche il bacino di carenaggio. Completamento e ristrutturazione sono arrivati fino in fondo. I lavori sono terminati. Erano stati aggiudicati alla “Metalmeccanica Agrigentina”. L’ex ex Cantiere Navale è dello Stato. Il bacino ristrutturato è invece della Regione, che deve fare un ulteriore passo avanti finanziando il rifacimento dell’impianto elettrico, da tempo fuori uso perché preda di atti vandalici. Cutrona chiama in causa i deputati regionali del collegio di Trapani e punta a mettere a disposizione della Marinedi il bacino di carenaggio che consentirebbe alla società di assumere l’ex personale del gruppo D’Angelo: “I parlamentari espressione del territorio trapanese, dopo anni di assordante silenzio devono, una volta e per tutte, attivarsi affinché l’assessorato alle Attività Produttive completi l’iter, facendo predisporre il bando per il rifacimento dell’impianto elettrico e inserendo le risorse necessarie nel bilancio della Regione. L’iter burocratico, andato molto a rilento, deve subire un’accelerazione per consentire alla società assegnataria dell’area demaniale di poter usufruire del bacino per riprendere l’attività e avviare le assunzioni”.

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