CASTELVETRANO, CONFISCA DI BENI. ANCORA UN DURO COLPO AL BOSS MESSINA DENARO

20 Febbraio 2016

Via Mazzini nel Comune di Castelvetrano. 49 vani adibiti ad ufficio nel centro storico del centro belicino, riconducibili a Vito Signorello, arrestato dai carabinieri del ROS e del comando provinciale di Trapani nel dicembre del 2011 e condannato, successivamente, per associazione mafiosa a seguito di patteggiament. Il bene confiscato ha un valore di un milione e 200 mila euro. Lo scorso giovedì i carabinieri del ROS e del comando provinciale hanno dato esecuzione alla confisca dell’immobile, emessa dal Tribunale di Trapani. “Il provvedimento di confisca – si legge in una nota del comando provinciale – completa un percorso investigativo che, dopo aver portato all’arresto di esponenti di spicco dell’organizzazione criminale, aveva contestualmente individuato un ingente patrimonio accumulato dal sodalizio, comprendente aziende olearie, attività commerciali, abitazioni, terreni e numerosi rapporti bancari. L’attività si concluse nell’ottobre del 2013 con il sequestro di beni per un valore di 38 milioni di euro nell’ambito dell’operazione “Campus Belli”.Provvedimento che rientra, a pieno titolo, nella manovra investigativa che ha come obiettivo la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro. Le indagini dell’operazione “Campus Belli” avevano definito e codificato gli assetti e le attività criminali della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, tra le più attive del mandamento di Castelvetrano. Gli investigatori constatarono anche la conflittualità tra gli schieramenti riconducibili a Leonardo Bonafede e Francesco Luppino. Le indagini rivelarono che Luppino, forte del sostegno di Matteo Messina Denaro, tentò di rafforzarsi all’interno dell’organizzazione criminale per strappare la leadership della famiglia campobellese a Bonafede.

Signorello Vito

Vito Signorello

 

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